Fantozzi e gli spaghetti
Cibo e arte

Tavola alla Fantozzi

È di ieri la triste notizia della scomparsa di Paolo Villaggio, scrittore, attore e soprattutto conosciuto da tutti come grande interprete delle debolezze dell’italiano “medio”.

Il ragionier Ugo Fantozzi è stato sicuramente il suo personaggio più azzeccato e acclamato. Nato da un suo libro del ‘71 (al cinema dal ‘75 al ‘99), ha evidenziato i lati più grotteschi dell’italiano medio, impiegato succube del potere, senza particolari ambizioni professionali e cultore massimo del posto fisso.

In venticinque anni di popolarità, i suoi film hanno creato una moltitudine di espressioni, che ancor oggi parlano da sole (“alla Fantozzi”, “com’è umano Lei!”, “la nuvola di Fantozzi” ecc.).

I piatti del ragioniere

Se Fantozzi ci ha rappresentato in qualche momento della nostra vita, lo ha fatto probabilmente anche a tavola.
Non avete mai mangiato qualcosa di nascosto per poi fare come Fantozzi, nella famosa scena delle polpette? Non ci credo.

 

 

Beh, quella appena vista è sicuramente la scena più famosa.
Lo spietato professor Birkenmeier sottopone a torture psicologiche i suoi pazienti, che nei 20 giorni di permanenza nella sua clinica, non possono né bere né mangiare.
“Tu mancia!?”

Al ristorante giapponese in un “romantico” tête-à-tête con la signorina Silvani, a fine cena viene servita l’ultima portata: arrosto di Pier Ugo, il pechinese della sgraziata ragioniera.
La rivalità tra Cina e Giappone (anche al ristorante) non ha età.

 

 

La cena di gala dalla Contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare è l’occasione perfetta per frequentare l’alta società e assaporare cibi prelibati.
Peccato che i pomodorini abbiano questa peculiare caratteristica: freddi fuori e 18 mila gradi dentro… l’ustione è garantita.

 

 

Paolo Villaggio rimarrà ancora a lungo, nelle inettitudini e nei modi goffi del suo personaggio simbolo, a volte riscontrabili nelle nostre stesse vite.

Non ci resta che ringraziarla ragioniere, è stato un onore.

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