Ormai il Natale è alle porte. Qui in casa è già palpabile l’agitazione: si pensa al menù, super emiliano come da tradizione, si stipa il frigorifero di ingredienti buonissimi off-limits fino al 24 dicembre, i bambini aspettano trepidanti la mattina di Natale per spacchettare i regali… Ma ogni paese ha le sue tradizioni, quindi ecco alcuno delle più belle tradizioni: il Natale nel mondo.
Nelle Filippine c’è un festival chiamato “Festival delle lanterne giganti” che avviene ogni anno, il sabato prima del Natale. E’ la più famosa tradizione natalizia filippina, colorata e piena d’amore. In questa occasione, diversi villaggi partecipano ad una gara per la creazione della lanterna più bella, più colorata, più elaborata. E’ una tradizione ricca di simboli, come la luce, il cui significato deriva da un’antica festa pagana che la celebrava alla fine di ogni anno prima dell’arrivo della cristianità. Le stelle invece, ricorrenti nelle lanterne, sono un simbolo di speranza per il futuro.
Le Filippine sono il paese asiatico con la più alta concentrazione di cattolici, e grazie a questa festa, San Fernando si è guadagnata il titolo di Capitale del Natale delle Filippine.
Nel nord Europa il Natale è legato alla “capra di Yule”.
Dal 1966 la città di Gävle costruisce una Capra Yule alta 13 metri nel centro della Piazza del Castello. Questa tradizione natalizia ha creato nel tempo un’altra “usanza”: gli spettatori puntualmente tentano di bruciare la capra. In 48 anni di storia, la Capra è stata bruciata con successo 26 volte: la distruzione più recente è avvenuta nel 2013.
In Ucraina usano decorare gli alberi di Natale con le ragnatele.
Il merito è una tradizione nata durante gli anni più poveri della popolazione, durante i quali le famiglie ucraine, non potendosi permettere nient’altro, addobbavano l’albero con quel che di meno costoso avevano con sè: per l’appunto le ragnatele. Oggi per fortuna quei tempi sono passati e si usano ragnatele finte, talvolta anche di cristallo!
In Austria l’usanza a Natale è…spaventare! Qui troviamo Krampus, un demone dalle sembianze animali che gira per le città spaventando i bambini e punendo quelli che non si sono comportati bene. Il complice malvagio di San Nicola, il mostruoso Krampus!
Se San Nicola premia i bimbi buoni, Krampus porta via con sé quelli cattivi, e durante la prima settimana di dicembre, i giovani si travestono, spaventando i bambini con campane e catene cigolanti.
Ricco di tradizioni il Natale nel mondo, ma per chi ha voglia di “casa”, vi riporto qui sotto un tocco tutto reggiano: l’autentica ricetta dei cappelletti di Reggio Emilia, diversa da quella di Parma, di Bologna e delle altre province emiliane.
CAPPELLETTI DI REGGIO EMILIA
Ingredienti:
Per il ripieno:
2 piccole cipolle, 150 g. di burro, costata di manzo o altro tipo di carne di manzo, 70 g. di prosciutto misto, 60 g. di filetto o polpa di maiale, 90 g. di vitello o tacchino o pollo, uno spicchio d’aglio a piacere, noce moscata, parmigiano reggiano grattugiato, pane grattugiato q.b.
Per la sfoglia: 500 gr di farina – 4 uova, acqua tiepida
Preparazione del ripieno:
In un tegame sciogliete a fuoco basso il burro, unite la cipolla, il sale ed il pepe.
Tagliate a pezzetti la carne e versatela nel burro, fatela cuocere lentamente col coperchio. Quando i pezzi saranno ben cotti e morbidi, (attenzione, non asciutti), tritate il tutto finemente.
Tostate il pane grattugiato. Unite un uovo intero, il pane grattugiato, la noce moscata, tre manciate di Parmigiano–Reggiano. Quest’ultimo è molto importante per il sapore finale, è meglio quindi sceglierlo a lunga stagionatura, molto saporito e profumato.
Lasciate riposare il composto così ottenuto che dovrà essere di una compattezza tale da permettervi di manipolarlo.
Preparazione della sfoglia:
Impastare la farina con le uova, un pizzico di sale e poca acqua, lavorare energicamente fino ad avere un composto liscio, elastico e consistente; avvolgerlo in telo e lasciare riposare per circa 30 minuti.
Trascorso il tempo di riposo della pasta, lavorarla nuovamente, quindi stenderla con il matterello in una sfoglia sottile. Ricavate dalla pasta dei quadrati di circa cm.5×5 – unite il “pesto”, ed effettuate la tipica chiusura “a triangolo”.
Una volta che i cappelletti saranno pronti, metteteli a bollire nel brodo di cappone, quando saranno cotti li vedrete venire a galla! Servite caldi, in brodo, e con un buon bicchiere di lambrusco.
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