Miele contraffatto dalla Cina
Avete ascoltato pochi giorni fa il servizio di Striscia la Notizia in cui si denuncia il fatto che molto miele commercializzato in Europa e quindi anche in Italia è contraffatto, creato in modo sintetico e che tale miele non è identificabile da quello vero con i metodi canonici di analisi? In particolare il servizio parlava di prodotto proveniente dalla Cina.
Art. 515 del Codice Penale – CONTRAFFAZIONE
Effettivamente la notizia è allarmante, per cui ho cercato di approfondire la notizia. La fonte è Christophe Brusset, ex manager francese nell’industria alimentare, che è stato testimone di storie inquietanti di contraffazione legale, dal peperoncino con escrementi di topo, ai latticini con scadenza prolungata, a confetture di fragole senza fragole; e la lista è molto più lunga. Quindi il miele non è l’unico alimento che viene contraffatto e che non viene intercettato dai normali controlli di legge.
Non ho abbastanza elementi per valutare l’attendibilità di quanto asserito (vi consiglio anche questo articolo), almeno per quanto riguarda le quantità e le percentuali di prodotti che arrivano sui nostri scaffali.
C’è però un modo, per “tagliare la testa al toro”; applicando poche semplici regole, possiamo tutelare la nostra salute e quella dei nostri cari autonomamente. Vediamoli:
I piccoli agricoltori non vi tradiranno mai
- prendete contatto con le piccole realtà vicino casa;
- per guardare negli occhi le persone che vendono i prodotti del loro lavoro;
- per parlarci;
- per sentire le loro storie.
E vi assicuro, non vi tradiranno mai, perché ne va della loro dignità, come per Alimentiamo nella presentazione dei prodotti selezionati.
Poi sicuramente sono utili i consigli del sig. Diego Pagani, presidente CONAPI, che ha rilasciato l’intervista allo stesso Laudadio.
Giusto prezzo, etichette, prodotti italiani
- Diffidate dei prodotti dal costo troppo basso;
- Leggete bene le etichette (nel caso del miele diffidare delle etichette con scritto miscele comunitarie ed extra comunitarie);
- Evitate prodotti stranieri e concentrarsi di più sul prodotto italiano, perché molto più controllato.