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La grande storia del cioccolato, parte #1

Oggi voglio iniziare a raccontarvi una storia, fatta di viaggi, scoperte e passione: la storia del cioccolato, e di come è arrivato a noi.

LE ORIGINI

La storia del cioccolato inizia in Amazzonia in tempi antichissimi, intorno al 6000 a.C. Dobbiamo aspettare però fino al 2000 a.C. per avere le prime coltivazioni in America Centrale da parte della popolazione Maya.
Qui abbiamo notizie di bevande fermentate con le fave di cacao, che il popolo chiamavano “cacahoaquahuitl”.

Ma le origini di questa pianta si perdono nella leggenda, e come spesso accade, nel campanilismo: gli Atzechi, i secondi arrivati nella coltivazione delle fave di cacao narrano una triste storia: in un tempo lontano, una principessa che attendeva il ritorno dello sposo dalla guerra, era a guardia di un grande tesoro. Ma i nemici arrivarono, e quando si rifiutò di consegnare loro i preziosi, questi la uccisero. Sarebbe dal suo sangue che nacque la pianta del cacao, amari come la sofferenza da cui sono spuntati ma anche forti com’era la principessa.

LA PREPARAZIONE

Nelle culture Maya e Azteche, la tipica preparazione del cacao prevedeva, inizialmente, la coltivazione delle fave. Venivano quindi fatte fermentare in “serbatoi”, i semi erano arrostiti e tritati fino ad avere una consistenza pastosa.
La pasta risultante venica mischiata con acqua, e veniva poi aggiunto mais, chili e altre spezie.
Quindi si mischiava vigorosamente e intanto battuto con un utensiile apposito chiamato “molinet“, o “Milinillo”.
Il cacao era così trasformato in una bevanda schiumosa. E dato che lo zucchero non era ancora un prodotto noto, il cacao veniva consumato amaro.

L’UTILIZZO, TRA IL SACRO ED IL PROFANO

Il popolo atzeco credeva che le fave di cacao fossero un dono di Quetzalcoatl, il dio della saggezza, e i semi avevano un valore talmente alto da essere usati come vero e proprio denaro. Erano inoltre usati come unità di misura: ed il loro valore era talmente elevato che, si narra, nel tesoro dell’imperatore Motecuhzoma (passato alla storia come Montezuma) se ne trovarono quasi un miliardo.

Tra i Maya, la bevanda veniva consumata con valenza mistica, durante le cerimonie dalle persone più importanti della società. Il cacao in queste cerimonie veniva offerto insieme ad incenso come sacrificio alle divinità, a volte mischiato al sangue dei sacerdoti.
In altre occasioni veniva utilizzato come bevanda, molto amara, mischiata con spezie. Si pensava avessero poteri afrodisiaci e che conferissero forza e vigore.

L’ARRIVO DI COLOMBO E IL NUOVO MONDO

Ma ad un certo punto della storia questa bevanda sacra, mistica, guaritrice a incontrato l’occidente.

Fu Colombo a parlarne, già dal suo primo viaggio nel 1492, e durante il suo quarto ed ultimo viaggio, in Honduras nel 1502, provò per la famosa bevanda a base di cacao.

Questa non lo colpì in quanto a gusto, trovandola anzi partiolarmente amara, e non diede peso alla scoperta fatta.

 

Per sapere come sia avvenuta la diffusione europea dopo il primo assaggio colombiano, ci vediamo la settimana prossima.

Nel frattempo, vi segnalo alcune delle nostre cioccolate di alta qualità. Non sono amare, e non vengono offerte in sacrificio, ma credetemi (o meglio, provatele!)…Sono davvero buonissime

Cioccolato bianco & mandorle

Attività commerciale momentaneamente sospesa

Cioccolato fondente & nocciole tostate

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Cioccolato fondente & pistacchi

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