La nostra farina di castagne
Sapete che partecipo a Sagre.
Perché mi piace il contatto con la gente, osservare le loro espressioni di sorpresa all’assaggio dei prodotti…. E anche perché è bello ascoltarle, sentire i loro racconti e, quando possibile, assecondare le loro richieste. Ogni dialogo diventa arricchimento. Alcune volte mi sento un po’ psicologo, ma state tranquilli non sono uno alla dottor Morelli, lui è inarrivabile. Ribadisco, è bello arricchirsi con le altre persone.
E allora vi racconto questa esperienza.
L’origine
È stato alla fine di ottobre 2016, alla Sagra di San Martino a Vezzano sul Crostolo, che per la prima volta mi hanno chiesto la farina di castagne.
La farina di castagne? E cosa ci si fa con la farina di castagne?
<<Mi dispiace signora, ma non tratto la farina di castagne>>
Quindici giorni dopo, sagra vicino a Pavia, stessa richiesta.
<<Eh sa, voi dalle vostre parti siete pieni di castagne, e pensavo aveste la farina.>>
Cerco allora sta farina, che però non si trova, anche perchè deve rispettare i nostri valori: essere prodotta da piccoli produttori che abbiano a cuore la genuinità dei prodotti e che sia prodotta senza metodi industriali che ne pregiudichino le caratteristiche funzionali.
Mi dicono <<Sai, è di difficile produzione, occorre uno che abbia il metato >>
Ecco, mi sono allora ricordato del sig. ZampaNera (farine di grano biologiche da grani antichi), che durante una passeggiata alla scoperta dei boschi di quercia dove fa pascolare i suoi maiali di razza Cinta Senese, mi disse che il suo sogno sarebbe stato quello di costruire un metato (antico essiccatoio in pietra) per essiccare le castagne di un castagneto di sua proprietà.
Ma niente, è rimasto un sogno. Però mi ha dato i riferimenti di Marco (Agriappennino), di Cecciola, nei boschi dell’appennino.
L’incontro
L’ho contattato subito.
Mi dice <<Domani faccio una degustazione presso la Pasticceria Campari di Castelnovo (Castelnovo né Monti), se vuoi, vieni su che parliamo e ti faccio assaggiare alcune prelibatezze.>>
Ecco, aiuto, sto cercando della fantomatica farina di castagne e subito mi prendono per la gola.
L’indomani: castagne secche, farina di castagne (ovvio), biscotti (un’infinità) con farina di castagne, crema Castacacao, pasta di castagne (castafarro), dolci, Cofanetto della Castagnaterapia. Uno spettacolo.
E poi inizia a spiegarti l’arte con cui si producono e a darti un’idea di cosa ci si potrebbe fare, le ricette e prossimamente la birra, la birra di castagne. Così Marco racconta che il castagneto secolare da cui raccolgono le castagne si trova nell’Appennino Reggiano; da qui vengono portate a Cecciola, dove vengono essiccate per 35 giorni nel metato, un’antica costruzione in pietra; vengono stese su un graticcio posto al primo piano della costruzione ed essiccate con il calore prodotto dalle braci e dalla legna di castagno bruciata al piano terra. Infine vengono inviate presso un molino con macine a pietra a bassa rotazione per essere macinate ed ottenere così la tanto sospirata farina.
Trovato, Centrato, Colpito.
Questo è il prodotto che fa per noi.
E poi continua spiegando che la farina di castagne può essere cucinata in tanti modi, il primo dei quali per fare la polenta, una polenta diversa:
Ricetta per la polenta con farina di castagne
1,5 litri di acqua
400 gr di farina di castagne
Un pizzico di sale
Setacciare la farina e cuocere a fuoco lento per circa 30/40 minuti. Servire calda con condimento a piacere.
Note nutrizionali
Le castagne sono prive di colesterolo, non contengono glutine, sono ricche di carboidrati e fosforo, altamente energetiche, fonte importante di sali minerali preziosi per la salute e di fibre utili per l’attività intestinale.