birre ale inglesi
Birra artigianale

Guida Birra: le ALE ad alta fermentazione: Pale Ale e IPA

Seconda puntata di questa rubrica a base di birra.
Nel primo appuntamento abbiamo parlato brevemente del variegato mondo delle BIRRE LAGER, oggi inizia la seconda parte, quella destinata ad occuparsi delle birre ad alta fermentazione, le ALE.
Questo genere di birra lascia ampio spazio alla fantasia, permettendo lo sviluppo di un mondo sfaccettato in cui, in pratica, non si finisce mai di imparare.
Essendo così ampio non me la sono sentita di parlare delle birre Ale in un unico post, un po’ perchè l’articolo risultante sarebbe moooolto lungo, un po’ perchè queste birre sono così straordinariamente complesse da meritarsi un trattamento particolare.

In generale, le birre ale risultano avere un corpo pieno, un sapore avvolgente e dei profumi che variano dal dolce al floreale.
Le Ale vengono maggiormente prodotte in Gran Bretagna, Belgio e Irlanda, ma stanno emergendo fortemente i produttori oltreoceano, in particolare quelli americani stanno creando prodotti di grande valore.

Dell’universo ale, oggi parliamo di Pale Ale (o Bitter), IPA, o Indian Pale Ale e Golden Ale.

PALE ALE

Le Pale Ale hanno un’interessante storia che richiama invenzioni, scambi commerciali, prossimità geografica, impero e rivoluzione industriale.
Tutti gli ingredienti del successo.
La nascita delle Pale ale è legata a doppio filo al carbone, un particolare tipo di carbone chiamato coke.
Il primo utilizzo del carbone come combustibile per la tostatura del malto è datata 1642.
Il carbone “coke” divenne in breve tempo il combustibile preferito dell’industria britannica, avendo un alto potere calorifero, e anche di quella brassicola: prima dell’arrivo del carbone i malti venivano tostati tramite legno e torba che davano un carattere affumicato e una colorazione più scura.
Due aspetti che scomparvero con l’introduzione del coke.
Era il 1703 e il termine “pale ale” comparve per la prima volta come termine ufficiale per indicare le birre chiare inglesi e distinguerle dalle porter o dalle altre birre più ambrate.

Le Pale Ale più buone erano prodotte in un piccolo paese vicino a Nottingham: Burton-on-trent.
L’acqua locale conteneva alti livelli di solfati, estremamente benefici per la bionda bevanda, ed risultato finale era una birra di grande chiarezza che poteva essere resa più amara (e gradevole) di quelle prodotte a Londra.
La birra di Burton piacque al punto che venne studiata la composizione chimica dell’acqua del luogo e i birrai inglesi, che non volevano essere da meno, iniziarono a trattare le loro acque perchè raggiungessero la stessa composizione di quella della cittadina.
Divenne così di moda che si iniziò a parlare di Burtonizzazione.

Da allora il mondo delle Pale Ale ha assunto numerose sfaccettature, variando dalle IPA alle APA alle bitter.

IPA

Le IPA sono uno stile brassicolo relativamente recente se si pensa all’età della birra: risale circa alla metà del 1800.
Le sue radici si perdono nella leggenda.
Gli uomini sono tanto bravi a registrare eventi quanto lo sono a raccontare storie, e nel tempo, le due cose si possono unire in un unico meraviglioso racconto.
Quando nacquero le IPA, le Pale Ale erano molto in voga in terra britannica e venivano gustate soprattutto nella – brevissima – estate inglese. L’impero britannico era nel picco della sua espansione.
Essere un grande impero significa avere molti “pacificatori”, o soldati, in base alle definizioni.
E molti popoli a cui badare per quanto riguarda cibo, bevande e…(stiamo pur parlando dell’Inghilterra), birra.

I soldati britannici avevano diritto ad una razione di birra: niente mantiene le persone felici quanto una quantità garantita di alcolici.
L’India era un territorio incredibilmente ricco, ma una cosa non riuscivano a farla (nè ad importarla): una buona pale ale.
Il problema delle pale ale è questo, sono delicate e suscettibili, sono inglesi insomma. Faceva troppo caldo per produrre le pale ale in India, quindi doveva essere importata.
Le Ale erano pronte in circa 4 settimane, dopodichè venivano stipate in barili per 5 mesi. E i marinai non erano troppo preoccupati all’idea di bere birra altrui.
Tra tempo prolungato, caldo e marinai, le Pale Ale in India facevano davvero fatica ad arrivare. Le Porter e le Stout riuscivano a reggere il viaggio, ma sfido a gustarsele a 45°C!
C’era bisogno di qualcosa di dissetante e che sapesse un po’ di casa.
Fu lì che intervenne George Hodgson.
Hodgson allungò la vita della pale ale aggiungendo del luppolo fresco, tanto luppolo fresco. Questo prolungava i tempi di produzione, lasciava un aroma più amaro e aumentava anche il tasso alcolico, effetto collaterale per nulla disdegnato!
Nel 1821 venne inviato il primo bastimento di IPA, e al suo arrivo fu un successo.
Per un certo periodo l’esclusiva della produzione delle IPA fu di Hodgson e figlio, che la indicavano come “birra d’ottobre”, ma col tempo, altri birrifici scesero in campo, e quelli di Burton-on-trent non potevano certo restare indietro! Furono proprio loro a dargli l’attuale nome: Indian Pale Ale.

Da allora la loro popolarità è andata a crescere, fino a diventare l’indimenticabile bevanda che conosciamo oggi.

GOLDEN ALE

Questo nuovo stile birraio è tra i più recenti: nasce negli anni ’80 del 1900 come tentativo di “riprendere” i giovani consumatori più attratti dalle birre Lager.
I primi nel settore sono stati Exmoor Gold e Hop Back Brewery, ma oggi tanti birrifici eccellono nello stile.
John Gilbert era il maestro birraio ed ebbe un’idea: riprendere i gusti delle lager che dominavano il mercato proponendo un gusto più complesso e artigianale, il prezzo era alto: abbandonare il classico stile delle Ale britanniche.
Il primo tentativo fu una lager che non venne mai messa in commercio, ma scaturì una nuova idea: una Ale chiara, secca, luppolata e bevibile che potesse piacere ai consumatori ormai globalizzati.

Questo tipo di birra ha malti che richiamano aroma di biscotti, pepe, vaniglia e grano, con un tenore alcolico che va dal 3.5% al 5.3%.
Le Golden Ale hanno un colore che varia da quello delle pale, giallo paglierino, ad uno più ambrato.
La temperatura di servizio è bassa: sono birre leggere e che si bevono sempre volentieri, ma soprattutto in estate.
La luppolatura è decisa, amara e pepata.

Il successo fu immediato. Questo anello mancante tra le Ale britanniche e le Lager tedesche conquistò i consumatori di tutto il mondo, e da lì iniziò ad essere declinato in molti modi diversi, in base ai luppoli e ai malti utilizzati.

Spero che questo viaggio all’interno delle birre ad alta fermentazione vi sia piaciuto, è un mondo ampio e vario, che aspetto con entusiasmo di poter continuare ad scoprire con voi.

Nel frattempo, una buona birra fresca per tutti, che il caldo aumenta!

Birra ambrata artigianale

Attività commerciale momentaneamente sospesa

Birra chiara artigianale

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Birra rossa artigianale

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