In questo articolo vorrei far luce su due “filosofie” produttive molto interessanti e spesso poco chiare: la produzione biologica e quella biodinamica.
Analizzando in generale il vasto panorama dei vini italiani ed europei vediamo come spesso sia caratterizzato da piccole e poco conosciute realtà, che si impegnano a produrre ottimi vini nel massimo rispetto della natura.
Per avere un’idea dell’attuale produzione vinicola italiana, dobbiamo pensare che il 90% dei produttori del nostro territorio è responsabile di meno del 30% del vino prodotto in totale. Non è difficile comprendere quanto queste piccole e micro-imprese siano un bene fondamentale per la conservazione non solo del mondo vinicolo, ma anche di quei territori che sarebbero probabilmente destinati all’abbandono.
La parola d’ordine dei metodi biologico e biodinamico è “rispetto del territorio”, questo è il comune denominatore di entrambi i processi che vediamo a seguire.
Vini biologici
L’Unione Europea ha regolarizzato il settore del vino biologico delineando modalità di vinificazione piuttosto rigide, portando ad una riduzione nell’utilizzo di solfiti e anidride solforosa. Sebbene questi coadiuvanti siano molte volte indispensabili per la conservazione e l’inibizione dell’azione dei batteri, si cerca di contenerne l’uso poiché fastidiosi (e a volte pericolosi) per i soggetti meno tolleranti.
Le uve in questione vengono coltivate senza l’aiuto di sostanze chimiche di sintesi, come diserbanti e pesticidi in genere, e senza l’uso di ogm. La vinificazione prevede l’impiego di prodotti enologici e processi secondo il regolamento 203/2012 (vedi link).
Vini biodinamici
Nonostante il metodo biodinamico sia nato dall’austriaco Rudolf Steiner negli anni ‘20, la regolamentazione di questa tipologia non è univoca e per questo poco chiara. Per ovviare a questa “mancanza” ci pensano alcuni enti a stabilire regole rigidissime, soprattutto per quanto riguarda la vinificazione.
Anche in questo caso non è permesso l’uso di concimi chimici, diserbanti e ogm, ed è prevista l’osservazione alcuni principi fondamentali tra cui:
- favorire la fertilità del terreno mediante preparati naturali;
- rispetto delle fasi lunari e del sole in tutte le fasi produttive, dal frutto alla vinificazione;
- lavorazione della terra secondo metodi antichi (con animali e non a macchina).
Questo metodo richiede uno sforzo molto maggiore a quelli tradizionali, e risulta in vini che rispecchiano fedelmente lo stato del territorio, prodotti di alta qualità e diversi di anno in anno.
Questo breve viaggio attraverso il biologico ed il biodinamico può esserci utile a capire quanto sia importante la perseveranza di queste persone, che da diverse generazioni insistono con l’amore per le proprie terre, senza tradirle mai, neppure davanti alle comodità offerte dalle moderne tecnologie.